Progetti GTD® ed esistenzialismo

Da qualche tempo a questa parte sto riflettendo sul concetto GTD® di progetto, ovvero “qualsiasi risultato che desiderate ottenere in un intervallo di tempo di circa un anno e che richiede più di un’azione per essere completato”. L’idea è intrigante, ma pericolosa; nel momento in cui individuiamo un possibile risultato ipotizziamo che questo ci renderà felici nel futuro, ma senza averne alcuna prova certa. Inoltre, anche se proveremo soddisfazione, questa sarà di breve durata, per il fenomeno dell’adattamento edonico. Ho scoperto di recente che il concetto di “progetto” per un individuo è fondamentale negli esistenzialisti, e in modo particolare in Heidegger e Sartre.

Per Heidegger, il concetto di “progetto” è centrale nella sua analisi dell’esistenza umana o “Dasein”. Nel suo “Essere e tempo”, Heidegger utilizza il termine “Entwurf” (che può essere tradotto come “progetto” o “bozza”) per descrivere come il Dasein è sempre già lanciato in un processo di autocomprensione e interpretazione del mondo. Il Dasein esiste progettando se stesso verso possibilità future; è essenzialmente in uno stato di divenire, determinato dalle scelte e dalle possibilità che persegue. Questo progetto non è qualcosa di statico ma è un processo dinamico attraverso il quale il Dasein si realizza nel mondo.

Jean-Paul Sartre, dal canto suo, pone un’enfasi particolare sulla libertà e sulla scelta individuale. Per Sartre, il “progetto” riflette l’essenza dell’esistenza umana come libertà di scegliere e di dare significato al mondo. Gli esseri umani sono condannati a essere liberi, il che significa che sono sempre impegnati nella creazione di se stessi attraverso i loro progetti. Questi progetti sono modi attraverso i quali gli individui trascendono la loro situazione attuale e si dirigono verso il futuro, costantemente definendo e ridefinendo il loro essere.

Confrontando queste idee con il punto di vista di GTD® mi sembra più opportuno pensare ai progetti come azioni, piuttosto che come punto di arrivo; invece di chiederci come potremmo essere in futuro dovremmo chiederci come dovremmo agire oggi. Che ne pensate?