GTD® come cantina dei vini

Nel suo Personal Kanban Jim Benson dice di essere fortemente contrario alle liste To-Do, dal momento che non permettono a chi le usa di comprendere chiaramente il contesto in cui si trova, e non consentono neanche di capire quanto lavoro sia stato portato a termine fino a questo momento.

Nonostante questo giudizio negativo sulle liste Jim Benson si dichiara un entusiasta di GTD®; come mettere insieme le due affermazioni? Semplice; Jim Benson utilizza GTD® come la “cantina dei vini” (parole sue) dei nostri progetti.

In pratica secondo Benson le attività che stiamo davvero portando avanti dovrebbero essere riportate sulle nostre kanban board, mentre le attività in attesa possono essere memorizzate in un insieme ben strutturato di liste.

Anche Jim Benson, come Leo Babauta, l’autore di Zen To Done (ZTD) vede in GTD® non tanto un sistema per portare a termine le nostre attività (“Getting Things Done”), ma un sistema per organizzare le cose che vorremmo fare (“Getting Things Organized”).

Esperimenti di produttività individuale

immagine-che-illustra-la-costruzione-di-un-sistema-di-produttività-personale-sintetizzando-i-metodi-più-famosi

Esattamente un anno fa ho iniziato a utilizzare il metodo Bullet Journal come supporto alla mia applicazione del metodo GTD®. Insieme a GTD® e Bullet Journal ho studiato e sperimentato tecniche ed approcci provenienti da altri autori; Personal Kanban, di Jim Benson e Tonianne DeMaria Barry, DTD di Mike Williams e PARA di Tiago Forte, ma anche Francesco Cirillo con la sua Pomodoro Technique, Nir Eyal con il suo Indistractable., e tanti altri. In una nuova serie di post vi racconterò che cosa ne è uscito fuori.

Aree di responsabilità

Livello 2 degli orizzonti di attenzione GTD®, oggi lo uso molto meno. Secondo me le aree di responsabilità servono solo a verificare quanto tempo dedichiamo a ciascuna delle “fette” della nostra vita; senza farla tanto complicata tengo sotto controllo tre “fette” denominate Io, Famiglia e Lavoro, e verifico quanto tempo dedico ogni settimana a ciascuna fetta.

Calendario

L’uso che faccio del calendario è rimasto sostanzialmente inalterato. Uso Google Calendar, sincronizzato con iCal e con Todoist, per la gestione dei miei impegni quotidiani. Le persone che vogliono prendere un appuntamento direttamente sul mio calendario possono farlo utilizzando Calendly. Non uso appuntamenti a giornata intera. Applico le tecniche del Timeboxing e del Timeblocking, insieme alla Pomodoro technique (vedi più avanti).

Chiarire

Secondo passo del workflow GTD®, fino a un anno fa lo consideravo fondamentale, oggi non lo applico praticamente più. Consiste nel trasformare ciò che è stato intercettato (vedi) in modo da ricondurlo a sei categorie fondamentali; cestino, riferimento, incubazione, azione delegata, progetto, prossima azione. Oggi ciò che è stato intercettato resta nel mio diario giornaliero sul mio Bullet Journal (vedi) e viene eventualmente migrato in seguito (vedi) in un’altra pagina.

Liste 

In GTD® esistono quattro liste fondamentali (Progetti, Prossime Azioni, In attesa, Calendario) e due liste opzionali (Agenda e Un giorno / Può darsi). Un anno fa avevo tutte le liste su Todoist (vedi), oggi non ho più le liste GTD®, ma una sequenza di Diari Giornalieri (vedi) in cui registro azioni, note, stati d’animo ed eventi.  

Pomodoro Technique

Come sapete questa tecnica consiste nell’alternare intervalli di lavoro concentrato della durata di 25’ con pause della durata di 5’. Ogni quattro pomodori da 25’ faccio una pausa lunga di 20. Utilizzo come app a supporto di Pomodoro BeFocused, che sincronizza i miei dati su Mac, iPhone e Apple Watch. Di BeFocused trovo indispensabile il ticchettio dell’app che simula quello del pomodoro da cucina, e mi ricorda che non devo distrarmi. Sono anche molto utili i report del tempo che ho impiegato per svolgere una certa attività e che mi consentono di stimare la durata del mio lavoro con buona precisione. Il concetto di Workbeat in Doing To Done è molto simile (vedi).

Progetti

In GTD® un progetto è un risultato costituito da più passi che può essere raggiunto al massimo entro un anno.

La lista progetti è una delle liste fondamentali di GTD®; oggi come oggi la uso molto meno di una volta. Questo perché applico un suggerimento di Tiago Forte; un progetto è veramente tale se ha una data di scadenza fissa, altrimenti non è un progetto (secondo Tiago Forte è un sogno, non sono d’accordo). Il materiale relativo ai progetti è archiviato su cartelle della mia posta elettronica e/o su cartelle del file system del mio Mac, in accordo con la lettera P del sistema PARA (vedi)

Timeboxing

Questa tecnica consiste nel riservare un intervallo di tempo avendo deciso a priori per cosa si intende utilizzarlo. Utilizzo questa tecnica insieme alla tecnica Pomodoro (vedi)

Timeblocking

Questa tecnica consiste nel riservare un intervallo di tempo senza specificare per cosa lo si utilizzerà. In genere quando ho una giornata di tempo discrezionale a mia disposizione la blocco per evitare che persone richiedano appuntamenti utilizzando Calendly.

Workbeat

Tecnica proposta da Mike Williams in Doing To Done che consiste nell’individuare nel corso della giornata intervalli di tempo caratterizzati da un’intenzione specifica; gli intervalli possono durare cinque minuti, quindici minuti o più di quindici minuti. Ogni intervallo inizia in modo consapevole (IN), prosegue con l’esecuzione di un’attività specifica (DO) e termina con il riconoscimento di aver completato l’attività (WIN)

Value Stream per la vita personale

Un Value Stream (flusso di valore in italiano) è l’insieme delle azioni che si svolgono per rilasciare valore a un cliente, dalla richiesta iniziale fino alla realizzazione del valore da parte del cliente. Il flusso di valore inizia con l’idea iniziale, passa attraverso varie fasi di sviluppo e prosegue con la consegna e l’assistenza. Un flusso di valore inizia e finisce sempre con un cliente. Si tratta di un concetto utilizzato in Agile e Lean, ma… risulta utile anche per la gestione dell’organizzazione personale. Vediamo come. Ognuno di noi, durante la propria vita, genera valore per sé stesso e per gli altri; generiamo valore quando lavoriamo, quando cresciamo i nostri figli, quando siamo vicini al nostro partner, quando interagiamo con i nostri amici… e anche quando ci godiamo un bel piatto di pasta.

I value stream più semplici sono fatti da tre soli passi:

  • To Do (richieste di valore in attesa di essere soddisfatte)
  • Doing (richieste di valore su cui sto lavorando)
  • Done (richieste di valore completate)

Possiamo rappresentare tutte le richieste di valore che stiamo gestendo su una kanban board, che è semplicemente una lavagna (fisica o elettronica) su cui abbiamo disegnato tre colonne.

Tutto chiaro? Bene. Provate a scrivere su un foglio di carta tutti i flussi del valore in cui siete coinvolti, e il modo in cui questi generano valore. Ecco alcuni dei miei:

  • Curare le piante (valore prodotto: la casa e l’ufficio sono più belli)
  • Leggere libri (valore prodotto: mi diverto e capisco meglio la realtà che mi circonda)
  • Fare la spesa (valore prodotto: la dispensa è sempre rifornita)
  • Tenere corsi (valore prodotto: i partecipanti sono soddisfatti)

Questa visione ci fornisce una prospettiva completamente nuova per l’organizzazione personale; invece di parlare di esperienza produttiva possiamo parlare di esperienza di valore, e invece di parlare di esperienza improduttiva possiamo parlare di esperienza senza valore. Ma gli spunti che Lean e i Value Stream possono darci non finiscono qui….

Avete identificato i vostri flussi del valore? Ottimo. Oggi introduciamo tre nuovi concetti presi pari pari dal Kanban Method ma che – vedrete – si riveleranno utilissimi anche per chi applica GTD® o qualsiasi altro metodo di organizzazione personale. Il primo concetto si chiama Commitment Point, punto di impegno; il Commitment Point divide le richieste di valore che ci siamo impegnati a portare a termine dalle richieste di valore in attesa. È fondamentale stabilire un tempo massimo entro cui ci impegniamo a chiudere una richiesta che ha attraversato il Commitment Point. Andiamo sul pratico; è mattina e ho una lunga lista di Prossime Azioni da fare nel mio sistema. Devo decidere quali tra queste attraverseranno il Commitment Point; queste mi obbligo a chiuderle entro stasera.

Il secondo concetto si chiama WiP limit, numero limite delle attività in corso in un flusso del valore. È il numero massimo di Prossime Azioni che posso attivare contemporaneamente. Quindi… ogni mattina posso attivare un numero di Prossime Azioni al massimo pari al mio WiP limit. Siete liberi di sperimentare con il WiP limit, e scegliere il numero che vi dà la migliore esperienza di “flow”.

Il terzo concetto si chiama Delivery Point; è il momento in cui una prossima azione può considerarsi finita. È fondamentale definire prima di iniziare quale sia la condizione che consentirà alla Prossima Azione di attraversare il Delivery Point.

Interessante, no? E non è finita qui…

Breve riepilogo delle puntate precedenti: in tutti i casi in cui riceviamo un input e lo elaboriamo allo scopo di generare valore abbiamo un Value Stream. I Value Stream possono essere permanenti o temporanei; fare la spesa, ad esempio, è un Value Stream permanente, mentre organizzare una bella vacanza è un Value Stream temporaneo. In GTD® i Value Stream permanenti sono chiamati Aree di Responsabilità e di Interesse, mentre i Value Stream temporanei sono chiamati Progetti o Goal.  

Ogni Value Stream è costituito da passi; il Value Stream più semplice è costituito dai passi To Do, Doing e Done (da fare, lo sto facendo, finito). In ogni Value Stream abbiamo un Commitment Point, che è una specie di casello autostradale; tutto quello che sta prima del Commitment Point non è stato ancora deciso, quello che sta dopo è stato deciso. In GTD® gli elementi che stanno prima del Commitment Point si chiamano “Un giorno – può darsi”, quelli che stanno dopo il Commitment Point si chiamano Prossime Azioni.  

A cosa servono i Value Stream? I Value Stream servono a tracciare ciò che dobbiamo ancora fare, quello che stiamo facendo e quello che abbiamo già fatto. In questo i Value Stream sono più potenti di GTD®, perché ci danno la possibilità di valutare non solo le nostre Prossime Azioni, ma anche il lavoro già portato a termine.  

I Value Stream ci consentono di creare un contesto per le nostre azioni; anche in questo caso i Value Stream sono più potenti di GTD®, perché abbiamo tanti contesti quanti sono i modi che abbiamo di generare valore, e non solo le “solite” liste casa / ufficio / computer etc. Con i Value Stream possiamo anche adottare quello che si chiama Balanced Throughput Approach, che in termini semplici sarebbe suddividere il nostro tempo in modo bilanciato tra tutti i nostri Value Stream (casa, famiglia, lavoro, amici, divertimento)….