Le priorità funzionano solo a livello conscio

un'immagine serena-minimalista che rappresenta visivamente l'essenza della prioritizzazione e della riflessione nel contesto della produttività personale

Ogni settimana rileggo un capitolo di “Ready for Anything”, che secondo me è il libro più bello di David Allen, e poi è organizzato in 52 brevi capitoli, il che lo rende perfetto per una lettura continua. L’introduzione al capitolo di oggi dice “Tutte le vostre azioni e i vostri progetti hanno un’importanza relativa per voi, ma solo quando sono valutati consapevolmente l’uno contro l’altro”.

In pratica David Allen dice che organizzare in anticipo i progetti e le prossime azioni in categorie di priorità, come ad esempio quelle riportate nella matrice Eisenhower / Covey, serve a poco. Quello che serve è confrontare i progetti e le prossime azioni tra loro, e decidere quale sia in un certo istante quello a priorità più alta. È un punto di vista affascinante, ma… con un problema di fondo. Per valutare consapevolmente le priorità relative di progetti e prossime azioni abbiamo bisogno di informazioni, che di solito non abbiamo. E non sarà certamente un task registrato in Microsoft To Do o in un altro Task Manager qualsiasi a fornircele… Credo che David Allen ci suggerirebbe di studiare la situazione durante la Weekly Review, ma quanto tempo serve per studiare la situazione di 40-70 progetti e 100-200 prossime azioni?

E voi che metodo utilizzate per mettere in priorità progetti e prossime azioni?

Accountability

La vita non smette mai di fornirci input. Ogni volta che riceviamo un input spiacevole possiamo adottare un comportamento da vittima e dire a noi stessi “capitano tutte a me!”, oppure possiamo adottare un comportamento proattivo, e dirci “OK, ho ricevuto un input spiacevole. Posso agire per migliorare la situazione?”. Probabilmente nel 90% dei casi la risposta è negativa, ma il restante 10% è sufficiente per consentirci di dare il nostro contributo e fare la differenza.

In pratica si tratta di prendere l’abitudine di inserire un momento di riflessione tra la ricezione di un input e la nostra reazione. David Allen chiama questo momento di riflessione “chiarire”, Juliet Funt lo chiama “the Wedge (il cuneo)”, mentre Stephen Covey chiama questa abitudine “Sii proattivo”

Alain Lakein e il metodo ABC per definire le nostre priorità

How to get control of your time and your life

L’effetto Ovsiankina ci ha insegnato che per evitare pensieri intrusivi è necessario prendere nota dei pensieri che ci vengono in mente relativamente alle cose da fare. C’è però un piccolo problema; le cose che vogliamo fare richiedono più tempo di quello che abbiamo a disposizione (24 ore al giorno, a cui va sottratto il tempo per il sonno). Il #personalmanagement deve di conseguenza occuparsi di #priorità, come del resto il #projectmanagement e il #servicemanagement. Stephen Covey, del resto, nel suo “7 habits of highly successful people” ci dice che l’essenza del #timemanagement può essere racchiusa nella frase “Organizzare e agire sulla base di priorità”.

Qualche anno prima di Stephen Covey il problema della priorità è stato affrontato da un altro autore, Alan Lakein, autore del best-seller “How to Get Control of Your Time and Your Life”. L’approccio di Alan Lakein alla priorità è noto come “Metodo ABC”. Il metodo propone di definire gli obiettivi che riteniamo più importanti nella vita, associare a ciascun obiettivo delle attività e raggruppare queste ultime in tre categorie:

Categoria A; massima priorità. Attività che non possono essere o spostare a una data successiva. Queste attività devono essere svolte per prime.

Categoria B; attività che riteniamo importanti ma che non hanno una scadenza predefinita. Queste attività devono essere svolte subito dopo le attività della categoria A.

Categoria C; attività che sono meno importanti di quelle della categoria B, e che dovranno essere svolte solo dopo le attività delle categorie A e B.

Tra i sostenitori più famosi del metodo di Lakein troviamo Bill Clinton, che nella sua autobiografia “My Life” cita il metodo e i suoi obiettivi più importanti; essere un buon uomo, avere un buon matrimonio e dei buoni figli, avere buoni amici, avere una vita politica di successo e scrivere un grande libro.

Covey – Eisenhower matrix

Matrice Covey - Eisenhower


Oggi parliamo di un pilastro della produttività, la matrice Urgenza / Importanza, detta anche matrice di Eisenhower / Covey. La matrice è stata resa popolare da Stephen Covey nel suo celebre libro “7 habits of Highly Successful People”. Secondo Covey spendiamo il tempo in quattro modi, descritti nella matrice in figura. Nella matrice ogni attività è definita dal fattore urgenza (richiede attenzione immediata) e dal fattore importanza (l’attività contribuisce ai nostri obiettivi chiave).

Quello che rientra nel primo quadrante è sia urgente che importante, e quindi richiede un’attenzione immediata. Chiameremo questo quadrante il quadrante del panico. Per gestire correttamente le attività del primo quadrante è importante distinguere le attività che si sono manifestate improvvisamente (succede, non possiamo farci niente) dalle attività che non si sono manifestate improvvisamente, ma che abbiamo procrastinato per lungo tempo fino a quando non ci sono esplose in mano. Per questo motivo è importante chiedersi sempre (probabilmente durante la Weekly Review®) perché un’attività sia andata a finire in questo quadrante. Ad esempio domani pomeriggio ho una importante presentazione, che in questo momento non ho ancora iniziato a scrivere; la data della presentazione era stata fissata in novembre. Perché? Quali sono i comportamenti che ho adottato e che possono essere migliorati?

Il secondo quadrante contiene le attività importanti ma non urgenti; queste attività ci aiutano a ridurre il numero di attività che andranno a finire nel quadrante 1. Chiameremo questo quadrante il quadrante del Kaizen (!). La preparazione della mia presentazione di domani è rimasta per lungo tempo nel quadrante 2. Il monitoraggio delle attività del quadrante 2 ci consente di evitare lo spostamento delle stesse nel quadrante 1.

Come vedete possiamo integrare in GTD® i quadranti Panic e Kaizen della matrice Covey / Eisenhower semplicemente facendoli diventare dei contesti.

Continuiamo ad analizzare la matrice Eisenhower / Covey. Ho riflettuto ancora sulle attività del quadrante I. Nel suo libro Covey scrive “Alcune persone sono continuamente sballottate e oppresse dai problemi, tutto il giorno e tutti i giorni (…) Perciò, quando andate a guardare il loro modello complessivo, trovate che il 90% del loro tempo è nel quadrante I (…). Questo è il modo in cui le persone che gestiscono le loro esistenze in uno stato di crisi perenne, vivono”.
Covey non tiene in considerazione il fatto che alcune persone gestiscono le attività del quadrante I come parte del loro normale lavoro. Se lavoro in un Service Desk è perfettamente normale che tutti i miei input richiedano un’attenzione immediata e non c’è niente di male in questo. Dovremmo quindi suddividere il quadrante I in due sotto quadranti; un quadrante Ia) che contiene le attività che sono “nate urgenti”, e un quadrante Ib) che contiene le attività che non erano urgenti quando sono state intercettate ma lo sono diventate in seguito perché non le abbiamo gestite in tempo utile. Ovviamente solo le attività del quadrante Ib) possono essere evitate.

Il quadrante 2 della matrice Eisenhower / Covey contiene task importanti (che avranno un impatto in futuro) ma non urgenti (richiedono un’azione immediata). Questo è il quadrante delle azioni che ci miglioreranno la vita in futuro, riducendo il numero delle azioni del quadrante 1. Potrebbe essere utile riservare una parte del tempo della nostra settimana alle azioni del quadrante 2, o anche preparare una lista contesto GTD® dedicata a questa tipologia di azioni. Io sto sperimentando due nuove liste, una lista “Panic” dedicata alle azioni del quadrante 1, e una lista “Kaizen” dedicata alle azioni del quadrante 2.

Il quadrante 3 della matrice Eisenhower / Covey contiene task non importanti ma urgenti, mentre il quadrante 4 contiene task non importanti e non urgenti. Covey utilizza parole forti per dissuaderci dall’eseguire task presenti in questo quadrante (“le persone che trascorrono la maggior parte del loro tempo nei quadranti 3 e 4 conducono vite di fatto irresponsabili”), ma secondo me non ha sempre ragione, e vi spiego perché. Prendiamo il quadrante 3, il quadrante delle priorità imposte dagli altri. Può essere che un vostro cliente vi interrompa improvvisamente per farvi una domanda irrilevante a cui potrebbe aver trovato risposta da solo (urgente, non importante). Forse abbiamo perso tempo… o forse no, perché magari in futuro il cliente riconoscente ci affiderà un lavoro importante. In genere la distinzione tra cosa è importante e cosa non lo è si scopre solo a posteriori!

Possiamo fare un ragionamento simile per il quadrante 4, quello delle attività non importanti e non urgenti… i nostri passatempi. Siamo proprio sicuri che un’attività che oggi è apparentemente inutile non troverà il modo di generare valore nel futuro?

In sintesi; attenzione a non usare la matrice in modo troppo rigido.

Il Time Management secondo Stephen Covey

A busy person using a paper planner

Stephen Covey – l’autore del best-seller “The 7 habits of highly successful people” è famoso per la matrice Eisenhower / Covey, quella, per intenderci, che mette in relazione l’importanza e l’urgenza delle cose da fare. Vi ho già esposto la mia perplessità nei confronti della matrice. Non tutti però sanno che Covey ha proposto anche un sistema di produttività “stile GTD®” da applicare utilizzando degli appositi planner. Il metodo si applica solo alle attività del quadrante II, quello delle attività “importanti ma non urgenti”, dal momento che le attività del quadrante I “importanti e urgenti” vanno fatte al più presto e le attività dei quadranti III e IV non vanno fatte per niente. Il metodo è articolato in quattro passi:

  1. Identificare i propri ruoli; individuo, ruoli nella vita personale, ruoli nella vita lavorativa.
  2. Pensare a due-tre obiettivi importanti per ciascuno dei ruoli da raggiungere nella prossima settimana, idealmente collegati alla propria dichiarazione di missione personale.
  3. Programmare nella settimana le attività necessarie per raggiungere gli obiettivi.
  4. Adattare giornalmente la pianificazione.

Secondo Covey questo processo soddisfa sei importanti criteri:

  1. Coerenza con la missione personale
  2. Equilibrio tra i ruoli
  3. Programmazione settimanale
  4. Dimensione dei rapporti umani, grazie ai ruoli
  5. Flessibilità, grazie all’adattamento giornaliero
  6. Mobilità, grazie all’uso di un planner

Stephen Covey e “First Things First”

First Things First...

Sono trascorsi 16 anni dall’uscita del best seller “How to Get Control of Your Time and Your Life” di Alan Lakein, e arriva un nuovo best seller; “The 7 habits of highly successful people”, di Stephen R. Covey, tradotto in italiano con l’improbabile titolo “Le 7 regole per avere successo”. Ai fini di questo post mi interessa parlare di un solo habit, il numero 3, First Things First, che – ovviamente – parla di priorità. Secondo Covey le attività devono essere raggruppate non in tre categorie (A, B, C) ma in quattro quadranti, caratterizzati da due fattori, l’importanza e l’urgenza. Ciò che è importante contribuisce alla nostra missione e ai nostri valori, mentre ciò che è urgente richiede un’azione immediata. Ciò che rientra nel primo quadrante è sia importante che urgente, e viene denominato “crisi” o “problema”; ciò che rientra nel secondo quadrante è importante, ma non urgente, ciò che rientra nel terzo quadrante è urgente ma non importante, e ciò che rientra nel quarto quadrante non è né urgente né importante. Secondo Covey chi trascorre la maggior parte del proprio tempo nei quadranti III e IV “conduce una vita di fatto irresponsabile”, mentre il quadrante II “è il cuore di un’efficace gestione personale”.

Per gestire sé stessi nel quadrante II Covey propone un semplice processo in quattro fasi:

  1. Stabilire, nero su bianco, i ruoli che si intende ricoprire (Individuo, Coniuge/Genitore, Manager…)
  2. Scegliere due / tre importanti risultati per ciascun ruolo (obiettivi)
  3. Pianificare la settimana entrante tenendo presenti gli obiettivi
  4. dattare giornalmente la pianificazione a fronte di eventi, relazioni ed esperienze inattese